LA CASA sollievo della sofferenza

GRUPPO DI PREGHIERA


Il Settimanale di Padre Pio e voce di
PADRE PIO

100° compleanno di Padre Innocenzo Cappellano di Casa Sollievo

Il Gruppo di Preghiera "PADRE PIO DEL S. ROSARIO" insieme a Padre Illuminato Pazienza di S.Giovanni Rotondo

Padre Innocenzo benedice la torta per il suo 100° compleanno

Un tempo di preghiera

Il Tempo di Quaresima, che ricorda i quaranta giorni trascorsi da Gesù nel deserto, costituisce un forte richiamo ad una necessita spirituale d'importanza primaria: la preghiera. Essa deve permeare l'intera vita del cristiano, chiamato a trasformare in lode al Creatore ogni sua attività.

Gesù trascorre i quaranta giorni del suo itinerario apostolico in preparazione prossima al suo ministero pubblico nel deserto (cf Lc 4,1). Gesù si lascia condurre nel deserto dallo Spirito e li e anche tentato dal diavolo. Quelle tre tentazioni sono un po' come il paradigma di ogni tentazione. Quella del solo pane materiale, della gloria mondana e quella dell'autosufficienza, ovvero del non ritenersi bisognosi di Dio, limitati (cf ivi, 313).
II Signore si lascia tentare per insegnare a noi come vincere. «In lui eri tentato anche tu», dice sant'Agostino (f430). II diavolo insinuandosi nella vita del Maestro Divino cerca in tutti i modi, con l'abbaglio delle cose mondane, di distoglierlo
dalle cose più importanti che danno fondamento a quelle passeggere. II diavolo regna sovrano quando riesce a banalizzare le cose più importanti, come nel caso di Gesù, il silenzio, la preghiera, il digiuno, per farci pensare al pane, alia gloria, a noi stessi. II diavolo regna sovrano nel nostro mondo e lui infatti il «principe di questo mondo» (Gv 12,31) che ci stordisce con cose che luccicano e passano, dicendoci che le cose più importanti, come ad esempio il riconoscimento pubblico della verità religiosa, non sono poi cosi importanti, sono questioni soggettive: ognuno s'arrangi come meglio puo, mentre tutti s'abbeverino alle sorgenti del materialismo. E intanto il terrorismo fanatico avanza...
Gesù era solo nel deserto, digiunava e pregava in segreto il Padre. La preghiera e la dimensione fondamentale del Tempo di Quaresima. II silenzio ci conduce al dialogo d'amore con Dio. II silenzio e necessario per pregare il Padre nello Spirito di Cristo, per pregare in Cristo il Padre, guidati dallo Spirito. La preghiera e infatti al vertice della contemplazione dell'uomo, a cui si accede solo in un clima di silenzio e di raccoglimento. E allora che cos'è la preghiera? Come la si potrebbe definire?
Per Clemente d'Alessandria (|215) la preghiera e la risposta di tutto l'essere a Dio che si e lasciato conoscere. La preghiera, per questo grande filosofo del Cristianesimo, e la capacita di saper pensare, di lasciarsi governare dal Logos, dal Verbo di Dio. Considerando il tempo nel silenzio delle cose vane, Dio si svela e ci parla nel nostro dialogo con Lui, nella nostra preghiera a Lui.
San Gregorio di Nissa (f395) ci dice, sulla linea di Clemente d'Alessandria, che la preghiera e «il colloquio di tutto l'essere con Dio».
Per Evagrio Pontico (f399), diacono e teologo dell'Asia Minore, la preghiera e «un colloquio della mente con Dio». Di qui deriva la classica definizione di preghiera, intesa come «elevazione della mente a Dio».
Sant'Agostino invece, dara un'impronta eccezionale alia preghiera. Cercherà di coniugare insieme 1'attività della mente e di tutto l'essere cosi da definire il pregare come un'attività di tutto l'uomo, del suo essere integrale. Dira, commentando il Salmo 146, in particolare al versetto 7, «Cantate al Signore un canto di grazie, intonate sulla cetra inni al nostro Dio»: «Loda Dio con tutta la tua vita [...]. Lodalo non solo con la voce e col canto ma col salterio delle rue opere buone. Tu lo lodi quando tratti un affare, lo lodi quando prendi cibo e bevanda; lo lodi quando dormi. E quando e che tu non lo lodi?».
La preghiera cristiana e un'attività dell'uomo, e la sua attività primaria. E quell 'attività che meglio nobilita l'uomo, dandogli la capacita di pensare e di amare quel Pensiero e quell'Amore che e il nostro Dio. Le due dimensioni del nostro spirito, l'intelligenza e il cuore, diventano cosi le due ali per innalzarsi nella contemplazione della verità e dell'Amore, di Dio che e la verità e l'Amore.
II pregare nella fede ci apre gli orizzonti infiniti verso i quali anela il nostro spirito. «L 'anima mia anela a te o Dio» (Sal 41,2) e senza di Te la mia carne e «terra deserta, arida, senz'acqua» (Sal 62,2). Siamo fatti per trascendere le cose, la realtà che vediamo, trovando riposo in quella pace che e il vero riposo dell'uomo: Dio. La mente loda Dio, il cuore si unisce all'unisono con la mente nel pensare Iddio amandolo e amandolo Lo pensa.
La vita di ogni giorno poi deve diventare preghiera che sale al Signore come profumo d'incenso (cf Sal 140,2). Le nostre occupazioni, che diciamo spesso essere un impedimento alia preghiera, possono diventare, invece, l'espressione della nostra preghiera, fatta non gia di parole o d'affetto, ma di opere. II lavoro della mente, il lavoro delle nostre mani, diventa vero, e quindi gratificante per l'uomo che lavora, quando e un atto d'offerta al Creatore, al Signore che ci ha donato una mente per pensare e delle braccia per lavorare. La preghiera deve diventare le nostra vita e la nostra vita deve diventare preghiera. Ecco la vita di preghiera dei santi. Ecco i santi diventati preghiera che sale incessantemente a Dio, sempre.
Non ci si scoraggi, infine, a causa delle numerose tentazioni proprio quando ci si raccoglie in preghiera. Dice sant'Agostino: «Si nulla tentatio iam nulla est oratio». Se cioè la preghiera non e purificata dal fuoco della tentazione non diverrà mai preghiera vera, ossia volontà di pregare per il fine della preghiera, per amare Iddio più che per trovare consolazione. Pregare,
dunque, per conoscere ed amare Iddio, conoscere ed amare Iddio per pregare di più.
Si oda santa Maria Maddalena de' Pazzi: «O felice quell'anima che sta unita con te, Verbo, e che si pasce e si nutre di te, Verbo, e non trova quiete e non si contenta se non in te, Verbo. Solo l'amore di te Verbo ci puo far quiete, perché siam create per amare e possedere te... Quanto più ti trovo più sono assetata di cercarti».

Il Settimanale di Padre Pio

La giusta ricerca di solitudine

La ricerca di solitudine, più che mai necessaria nella societa odierna dominata dal frastuono, non deve andare a discapito ammonisce Padre Pio della carita verso il prossimo.

La nostra civiltà e stata definita la "civiltà dei rumori". E una definizione vera e giusta. La realtà della "civiltà dei rumori", infatti, e di un'evidenza non soltanto "sonora", ma davvero "rumorosa e chiassosa" nelle sue manifestazioni di ogni giorno.
Rumore e chiasso, frastuono e confusione, "tran tran" e agitazione si trovano pressoché dappertutto, nelle strade e nelle piazze, nelle case e nei negozi, negli uffici pubblici e nei luoghi di incontri o di affari. Motori e motorette, mezzi di trasporto e mezzi di comunicazione sociale - radio e televisione, jukebox e telefono - sono all'opera di continuo nei produrre rumori e chiasso, senza scampo per la maggior parte dei cittadini, specie nelle grandi città. Uscire dalla confusione, allontanarsi dal chiasso, ritrovarsi in un'oasi di pace e di serenità che ridonino la calma al nostro sistema nervoso posto sotto continua tensione, diventa un'esigenza di prima necessita per tanti uomini. Si va, allora, alia ricerca della solitudine, ove si spera di recuperare se stessi e di salvarsi dalla minaccia dell'esaurimento che logora la salute sia fisica che psichica.
Ciò va bene dice Padre Pio , ma alia condizione ben precisa e concreta di non mancare di carita nei riguardi del prossimo. Non si puo ricercare la solitudine per se stessi, a danno di altri, sacrificando gli altri, gravando su altri. Una madre o un padre di famiglia, ad esempio, non possono andare a godersi la solitudine abbandonando la famiglia in condizioni di sofferenza o di disagio; e lo stesso da parte dei figli nei riguardi dei genitori.
«Cerca si la solitudine dice Padre Pio ma con il prossimo non mancar di carita». Neppure il bisogno della preghiera personale puo dispensare dalla carita nei riguardi del prossimo, ritirandosi in solitudine senza preoccuparsi di evitare dolori, fastidi ed affanni agli altri.
Bisogna saper conciliare le due cose, vuole insegnarci Padre Pio: ossia, cercare le condizioni giuste per ritirarsi nella quiete della solitudine non facendo mancare il necessario e il conveniente al prossimo, secondo la carita.

Il Settimanale di Padre Pio
a cura di Padre Stefano M.Manelli

Divorato dal fuoco

Padre Pio ardeva del fuoco divino della carita che gli faceva amare Dio sopra ogni cosa e i fratelli per amore di Lui. Per essi egli intercedeva presso il Signore, trattenendo il braccio della Divina Giustizia.

Mio carissimo padre, Gesù sia sempre tutto vostro, vi assista sempre con la sua vigile grazia e vi faccia santo!
[...] Confesso innanzi tutto che per me e una grande disgrazia il non sapere esprimere e mettere fuori tutto questo vulcano sempre acceso che mi brucia e che Gesù mi ha immesso in questo cuore cost piccolo.
II tutto si compendia in questo: sono divorato dall'amore di Dio e dall'amore del prossimo. Dio per me e sempre fisso nella mente e stampato nel cuore. Mai lo perdo di vista: mi tocca ammirarne la sua bellezza, i suoi sorrisi, ed i suoi turbamenti, le sue misericordie, le sue vendette o meglio i rigori della sua giustizia.
Immaginate voi con tutta questa privazione di libertà propria, con tutto questo legamento di potenze sia spirituali che corporali da quali sentimenti sia divorata la povera anima.
Credetemi pure, padre, che delle sfuriate, che che volte ho fatto, sono causate proprio da questa dura prigionia, chiamiamola pure fortunata.
Come e possibile vedere Dio che si contrista pel male e non contristarsi parimenti? Vedere Dio che e sul punto di scaricare i suoi fulmini, e per pararli altro rimedio non vi e se non alzando una mano a trattenere il suo braccio, e l'altra rivolgerla concitata ai propri fratelli, per un duplice motivo: che gettino via il male e che si scostino, e presto, da quel luogo dove sono, perché la mano del giudice e per scaricarsi su di essi? Credete pure, pero, che in questo momento il mio interno non resta punto scosso e menomamente alterato. Non sento altro se non di avere e di volere quello che vuole Dio. Ed in lui mi sento sempre riposato, almeno coll'interno sempre; coll'esterno qualche volta un po' scomodo.
Per i fratelli poi? Ahimé! quante volte, per non dire sempre, mi tocca dire a Dio giudice, con Mose: o perdona a questo popolo o cancellami dal libro della vita.
Che brutta cosa e vivere di cuore! Bisogna morire in tutti i momenti di una morte che non fa morire se non per vivere morendo e morendo vivere.
Ahimé! chi mi libererà da questo fuoco divoratore?
Pregatemi, padre mio, perché venga un torrente di acqua a refrigerarmi un po' da queste fiamme divoratrici che in cuor mio mi bruciano senza alcuna tregua.
Beneditemi sempre e raccomandatemi alia pietà divina, come in tutti i momenti fo io per voi.
II vostro ubbidientissimo figlio

Il Settimanale di Padre Pio

La virtù che rende più graditi a Gesù

«La semplicità è una virtù, pero fino a un certo punto. A questa non deve mai mancare la prudenza; la furberia è la scaltrezza, invece, sono diaboliche e fanno tanto male» (Padre Pio).

La semplicità è tra le più belle virtù additate da Gesù nel Vangelo, ma ammonisce Padre Pio deve essere condita di prudenza; ad essa si contrappongono furberia e scaltrezza, vera rovina dell'uomo.
Bella è la virtù della semplicità. Chi può negarlo? Amabile e dolce, infatti, essa appare come un riflesso dell'innocenza, fa armonia con ciò che è puro e armonioso, si presenta essenziale e luminosa. Per questo la semplicità è il contrario di ciò che è contorto e complicato, disordinato e sporco, nebbioso e sofisticato.
II cielo limpido, il mare calmo illuminato dal sole, le stelle fulgide, i prati smaltati di fiori: sono la semplicità luminosa del creato uscito dalle mani di Dio che è semplicissimo nella sua ammirabile sapienza infinita.
II parlare sincero, la dottrina pura, lo sguardo limpido: sono anch'essi raggi della semplicità che rifugge dalle ombre e dai compromessi, che ama l'ordine e l'onesta, la luce e la trasparenza pura delle parole e dei gesti, dei sentimenti e dei comportamenti.
Attenti, pero, dice Padre Pio. La semplicità non è più virtù, ma e grave difetto se diventa ingenuità, superficialità, ignoranza. La vera semplicità, perciò, comporta anche la prudenza. Alia semplicità «non deve mai mancare la prudenza». La parola di Gesù, al riguardo, e la vera norma di misura: «Siate semplici come le colombe, prudenti come i serpenti» (Mt 10,16).
Semplicità e prudenza, quindi, si richiamano a vicenda, si completano a vicenda, si sostengono a vicenda, soprattutto nell'affrontare ogni difficile situazione, per risolverla serenamente e santamente, secondo la luce del Volere di Dio, come ci insegnano i santi di ogni tempo.
«La furberia e la scaltrezza», invece, scrive Padre Pio, sono il contrario della virtù della semplicità. «La furberia e la scaltrezza», difatti, vanno d'accordo con il nemico di Dio, ossia con colui che e stato definito da Gesù stesso «il padre della menzogna» (Gv 8,44).
L'ambiguità e la doppiezza sono l'espressione completa della semplicità deformata e sfregiata che tende a ingannare e sedurre gli uomini, alia scuola del "maligno" che fece cadere i nostri Progenitori, Adamo ed Eva, nel giardino dell'Eden.
Ha ben ragione perciò Padre Pio di dire che la semplicità senza il sale della prudenza si deforma facilmente in «furberia e scaltrezza», che servono soltanto a rovinare gli uomini, perché «sono diaboliche e fanno tanto male».
San Pio ci conceda di avere e di custodire gelosamente la pura semplicità rivestita della santa prudenza

Il Settimanale di Padre Pio
a cura di Padre Stefano M.Manelli

La virtù che rende più graditi a Gesù

La semplicità insegna Padre Pio è una virtù indispensabile a chiunque voglia salvarsi e santificarsi; essa, infatti, conferisce all'anima quella purezza e quell'innocenza che la rende simile ad un bambino.

Mio carissimo Padre, Gesù sia sempre nella vostra mente, nel vostro cuore ed innanzi agli occhi vostri.
Egli sia sempre il vostro principio, il vostro centro, il vostro fine, ed egli assorbisca in se tutta la vita vostra. La Madre di Gesù e nostra ancora ci ottenga dal Figlio suo la grazia di vivere una vita tutta secondo il cuore di Dio, una vita tutta interiore e tutta nascosta in lui. Ci unisca questa si cara Madre a Gesù cost strettamente da non lasciarci più rapire ed allettare da cosa alcuna di questo basso mondo; ci tenga sempre dappresso a quell'amabilità infinita, a Gesù, ed allora solamente potremo noi pure dire con san Paolo essere figli di Dio in mezzo ad una nazione depravata e corrotta.
Gesù si compiace comunicarsi alle anime semplici; sforziamoci di fare acquisto di questa bella virtù, abbiamola in gran pregio. Gesù disse: «se non vi farete come i fanciulli, non entrerete nel regno dei cieli». Ma prima d'insegnarlo a noi colle parole l'aveva praticata lui stesso col fatto. Si fece bambino e ci diede l'esempio di quella semplicità che poi avrebbe insegnato anche colle parole. Diamo lo sfratto al nostro cuore, tenendo da esso lontano ogni prudenza terrena. Sforziamoci di avere una mente sempre pura nei suoi pensieri, sempre retta nelle idee, sempre santa nelle sue intenzioni.
Conserviamo sempre una volontà, la quale non cerchi altro che Dio e la sua gloria. Se noi ci sforzeremo di andare avanti in quella bella virtù, colui che ce la insegnò ci arricchirà sempre di nuovi lumi e di maggiori favori celesti.
[...] non ci arrestiamo di andare sempre avanti in questa bella virtù della semplicità.
Ma noi non faremo mai un passo in virtù, se non ci studieremo di vivere in una santa ed inalterabile pace. Dolce è il giogo di Gesù, leggero il suo peso, perciò non diamo luogo al nemico di insinuarsi nel nostro cuore per strapparci questa pace.
La pace e la semplicità dello spirito, la serenità della mente, la tranquillità dell'anima, il vincolo dell'amore. La pace è l'ordine, l'armonia in tutti noi: ella è un continuo godimento, che nasce dal testimonio della buona coscienza: è l'allegrezza santa di un cuore, in cui vi regna Iddio. La pace è il cammino della perfezione, anzi nella pace si trova la perfezione, ed il demonio, che conosce assai bene tutto questo, fa tutti gli sforzi per farci perdere la pace.
Beneditemi assieme al padre provinciale. Gesù con voi è sempre.

Il Settimanale di Padre Pio
29 gennaio 2006

Far tutto con l'aiuto di Dio

Padre Pio, in piena conformità con l'insegnamento evangelico, raccomandava a tutti di affidarsi al Signore prima di ogni azione, al fine di impetrare gli aiuti necessari per portarla a compimento.
questo pensiero di Padre Pio ci richiama subito alla memoria le parole divine di Gesù che dice: «Senza di Me non potete fare nulla» (Gv 15,5). Se pensiamo, di fatto, che l'uomo è come «ombra che passa» (Gb 14,2), non e difficile capire che la consistenza dell'ombra è proprio l'inconsistenza. Di conseguenza, che cosa potrà mai fare di valido questo povero uomo che vale quanto un'ombra?
Si può obiettare, tuttavia, che gli uomini - anche i "senza Dio" e i perversi compiono opere e imprese che durano, come la storia ci mostra e ci trasmette, e tutti i peccatori, del resto, operano il male che spesso lascia il segno della tragedia e pesa anche sulle generazioni o sulla società (pensiamo, ad esempio, agli attentati criminali dei terroristi islamici a New York alle due torri gemelle, a Instanbul, a Madrid, a Londra nel giro di pochi anni, dal 2001 al 2005).
Riflettiamo bene, però, che le parole di Gesù riguardano il poter agire in modo soprannaturale, ai fini di ottenere la Vita eterna e tutto ciò che e collegato con essa, ossia la crescita della vita spirituale, l'incremento della vita di grazia, l'avanzamento nella santificazione in ascesa fino alle vette della perfezione. Senza Gesù, che è « Via, Verità e Vita» (Gv 14,6), che è la «Vite» rispetto ai «tralci» (ivi, 15,5), nessuna creatura può mai agire in maniera soprannaturale e produrre alcunché di consistente per la salvezza e per la santificazione, esattamente come i «tralci» che, staccati dalla «vite», diventano sterpi destinati soltanto al fuoco. Ecco perche Padre Pio raccomanda: «Non incominciare mai nessuna opera senza aver prima implorato I'aiuto divino». E' chiaro che «/'aiuto divino» è necessario per operare ogni cosa, in tutto e per tutto, secondo la Volontà di Dio, che è la Volontà di santificarci per il Paradiso: «Questa è la volontà di Dio: la vostra santificazione» (ITs 4,3). E tutto il nostro operare, dunque, dovrebbe sempre sintonizzarsi con questa Volontà di Dio santificatrice. Quante volte, invece, le nostre opere sottostanno agli impulsi dell'egoismo, dell'interesse materiale, delle soddisfazioni naturali e carnali! E in tal caso diventano come i «tralci» staccati dalla «vite» e destinati al fuoco come sterpi inutili.
Seguiamo l'insegnamento di Padre Pio, quindi, non cominciando nessuna opera «senza avere prima implorato I'aiuto divino», perché l'opera sia fatta bene secondo la Volontà di Dio.

Il Settimanale di Padre Pio
a cura di Padre Stefano M.Manelli

Confidare in Dio in ogni circostanza

Ogni buon cristiano - secondo l'insegnamento di Padre Pio da Pietrelcina - dovrebbe nutrire un atteggiamento di filiale confidenza negli aiuti divini, anche nelle tribolazioni

diletta figlia del celeste Padre, la grazia del divino Spirito possieda sempre il vostro cuore e quelli di tutti coloro che vogliono appartenere a Gesù! Gesù sveli anche a voi il mistero e la potenza della croce e di lei vi inebri tutta. La Vergine Madre sia dessa propriamente quella che vi ottenga forza e coraggio a combattere la buona pugna; il buon angelo sia a voi di corazza per parare i colpi che i nemici della nostra salute a voi tirano [...].
Circa il vostro stato spirituale, vi raccomando nel Signore ed in lui vi rassicuro a non temere, anzi desidero che maggiormente confidate nella divina misericordia. Umiliatevi sempre dinanzi alia pieta del nostro Iddio ed a lui rendete sempre grazie di tutti i favori concessivi e questa sarà come la migliore delle disposizioni per ricevere nuovi favori che il celeste Padre, negli abissi del suo amore per voi, e per concedervi [...]. Si, confidate in Dio e ringraziatelo sempre e di tutto, e così facendo sfiderete e vincerete tutte le ire dell'inferno.
Non temete, vi ripeto [...] colui che vi ha aiutato finora, continuerà la sua opera di salvezza. Non dubitate del divino aiuto, non vi abbandonate a voi stessa per le molteplici afflizioni, dalle quali siete continuamente circondata, poiché tutto riuscirà a gloria di Dio, a salvezza dell'anima. Ditemi, come potete dubitarne di queste assicurazioni? Senza la divina grazia avreste potuto superare tante crisi e tante guerre, cui è stato soggetto per I'addietro il vostro spirito? Dunque confidate sempre, poiché la medesima grazia farà con voi il resto: voi sarete salva ed il nemico si roderà nella sua rabbia.
Continuate intanto a pregare, a ringraziare e soffrire secondo le divine intenzioni e secondo la divina volontà: vi animi a ciò fare il pensiero che il premio non sarà lontano. Comprendo che dura è la prova, penosa oltre ogni dire riesce per I'anima la pugna, ma grande è il merito del trionfo, ineffabile la consolazione, immortale la gloria, eterna la ricompensa.
[...] Non dubitate, Gesù è tanto buono [...] state tranquilla.

Il Settimanale di Padre Pio

Come camminare alla presenza di Dio

Per conseguire la perfezione bisogna vivere alla presenza di Dio, disponendovi l'anima ogni giorno con l'orazione mentale, attraverso la quale essa scopre i propri difetti e fa propositi per vincerli.

Dilettissima figliuola di Gesù, il divino Spirito infonda sempre nel vostro cuore tutta quella grazia di cui esso è capace; vi fortifichi, vi santifichi sempre più a sua gloria, a vostra ed altrui salvezza!
[...] Ho letto attentamente il vostro metodo di vita [...] e [...] non tengo niente da ridire, meno che bisogna che dessa sia un po' sistematica e piu regolarizzata.
L'orazione mentale o meditazione va fatta come segue. Innanzi tutto prepararsi il punto o soggetto che si vuol meditare. Non vi è sempre bisogno di ricorrere al libro per prepararsi il soggetto da meditare, poiché ogni verità di nostra religione può e deve essere oggetto di meditazione per l'anima cristiana. [...] L'anima abitualmente mediti la vita, passione e morte di Gesù Signor nostro. Nessuna anima, per quanto sia innanzi nelle vie di Dio, deve ciò trascurare.
Preparata la materia da meditare, mettetevi alia presenza di Dio, umiliandovi profondamente alla considerazione [di] chi siete voi ed a chi vi presentate. Chiedete a Dio la grazia di far bene l'orazione mentale che state per fare, per ricavare quel frutto che Iddio vuole che voi ne ricaviate. Infine raccomandatevi a l'intercessione della santissima Vergine, non che a tutta la corte celeste afftnché vi aiutino a ben meditare ed a tener lontano da voi ogni distrazione o tentazione.
Ciò fatto, entrerete alla meditazione propriamente detta la quale deve aggirarsi su quel punto che avete in principio preparato e proposto. Meditato bene il soggetto in tutte le sue particolarità, si passi poi ai proponimenti. Prendete di mira di emendarvi di quel difetto che più vi impedisce di unirvi a Dio [...].
[...] offrirete la vostra meditazione ed orazione, assieme all'offerta di tutta voi stessa, non che di tutte quelle persone che a voi stanno piu a cuore, [...] a Dio assieme ai meriti di Gesù e della sua e nostra Madre [...].
Ora io, in quanto a detta meditazione, vi esorto a stabilirvi almeno due tempi al giorno, in cui vi ritirerete nel praticar questo esercizio. Procurerete di spendere possibilmente non meno di una mezza ora per ciascuna volta. Procurerete che detti periodi di tempi in cui voi possiate meditare, siano possibilmente il mattino per prepararvi alla pugna ed alla sera per purificare I'anima vostra da ogni affetto terreno che in giornata si sia potuto attaccare ad essa.
[...] Se volete divenir perfetta, tenete presente quello che Iddio disse al patriarca Abramo: «Cammina alla mia presenza e sii perfetto».
[...] Riferiamo a lui tutte le nostre azioni; innalziamo la nostra anima più spesso a Dio. Pratichiamo più spesso gli atti cristiani e le orazioni giaculatorie. Insomma riferiamo tutto a Dio ed in lui moviamoci e viviamo [...].
[...] Vi saluto nel bacio santo del Signore ed in lui paternamente vi benedico, ripetendomi sempre
il vostro umilissimo servo

Il Settimanale di Padre Pio

Un cuore colmo di gratitudine

Alcuni figli spirituali di Padre Pio, negli anni 40, durante il tempo natalizio, si recarono a fargli visita e vollero chiedere al Padre Guardiano di suggerire loro qualcosa da donare al Padre, qualcosa di utile, che il Santo avrebbe potuto usare e consumare. Il Padre Guardiano riflettè per qualche istante e poi disse loro che poteva essere utile donare a Padre Pio una bottiglia di cognac da mescolare ogni mattina con il caffellatte sarebbe stato utile ai suoi bronchi malati. Immediatamente quei figli spirituali si recarono ad acquistare una bottiglia di cognac ed ebbero la possibilità di consegnarla direttamente a Padre Pio, mettendola fra le sue mani e pregando di consumarne ogni mattina nel caffellatte, come il Padre Guardiano aveva detto loro. Padre Pio, tenendo la bottiglia fra le mani, guardava quei figli spirituali, quindi disse loro: " Voi fate a me questo dono di carità, e io che cosa posso dare a voi per ripagarvi?". " Nulla, nulla, Padre - risposero i figli spirituali -, questo è soltanto un piccolo dono che facciamo a voi perché è utile alla vostra salute". Ma Padre Pio riflettè per pochi istanti, e poi rispose loro: " Eppure, debbo ripagare la vostra carità.Ebbene, vuol dire che io pregherò Gesù Bambino affinché vi porti tutti in Paradiso!" "Grazie, grazie Padre!", esclamarono in coro quei figli spirituali, e qualcuno aggiunse subito: "Allora vi porteremo cento bottiglie di cognac!". La gratitudine di Padre Pio verso chi gli voleva bene! Era una gratitudine grande, affettuosa, paterna. Perciò egli poteva scrivere a una figlia spirituale premurosa nei suoi riguardi: " Possa il divino Infante in questi giorni centuplicare le sue divine consolazioni su di te per l'amore che tu mi serbi". Le sue ricchezze, le sue consolazioni per l'uomo sono soltanto quelle di Dio. Ogni altra ricchezza è caduca, ogni altra consolazione è momentanea. Le ricchezze e le consolazioni di Dio, invece, ci sospingono e ci portano nell'eternità, facendoci pregustare quanto sia vero il contenuto di quella massima antica che dice "Quod aeternum non est, nihil est!", ossia: " Ciò che non è eterno, è niente!". Per questo Padre Pio chiede a Gesù Bambino il " Paradiso" per quei figli spirituali attenti e premurosi per la sua salute, e augura centuplicate le "divine consolazioni" da parte di Gesù Bambino alla figlia spirituale che lo circonda di attenzioni. Il " Paradiso e le divine consolazioni": sono questi i doni che i santi vogliono e sanno fare a coloro che si accostano a loro con fiducia e con amore. Quali grandi doni!

Il Settimanale di Padre Pio
a cura di Padre Stefano M.Manelli

Cuore a cuore con il Paradiso

" La preghiera è l'effusione del nostro cuore in quello di Dio (.) Quando essa è fatta bene commuove il cuore divino e lo invita sempre più ad esaudirci" (Padre Pio) Bellissima questa definizione della preghiera data da Padre Pio. Penetra nell'intimo della preghiera, ne coglie l'espressione più dolce e più amabile, ne esprime il contenuto più profondo che è, appunto, "l'effusione del nostro cuore in quello di Dio". La preghiera , sembra dire Padre Pio, è una comunione da cuore a cuore: dal cuore dell'uomo al cuore di Dio nostro Padre. E' una comunione affettuosa e calda: è un' "effusione" di sentimenti e parole, di palpiti e slanci, di affetto e passioni che si racchiudono nel cuore dell'uomo sia nella gioia sia nel dolore, sia nella pace, sia nei travagli. Tutti abbiamo bisogno e avvertiamo la spinta all'effusione del nostro cuore nel cuore di qualcuno che ci ascolti, ci accolga e ci comprenda. Si ricorre, per questo, alle creature, ad una o più creature, e si cerca in esse un sollievo, un sostegno, una condivisione di gioie e di pene. Ma quanto spesso ci tocca sperimentare la caducità e la futilità delle creature! Quanto poco esse possono darci, quanto poco essevogliono darci di comprensione benevola, di ascolto paziente, di aiuto generoso; quanto spesso tutto si riduce a parole di convenienza, senza condivisione né comunione degli animi. Nella preghiera, invece, nell'incontro con Dio, con Gesù, con la Madonna, con gli Angeli e con i Santi, è sempre possibile trovare un cuore aperto all'ascolto e all'accoglienza, alla comprensione e alla condivisione delle gioie e delle pene. Il cuore di Dio, il cuore degli Angeli e dei Santi! Sono cuori di amore, sono cuori di grazia sempre pronta a donarsi a chi chiede, a chi cerca, a chi bussa, come insegna Gesù, raccomandando l'insistenza nel domandare (LC 11.9-10) L'effusione del nostro cuore in pena e travaglio, o in pace e letizia, può avvenire sempre nel Cuore di Dio e di Gesù, nel Cuore della Madonna e degli Angeli e Santi: questa è appunto la preghiera, possibile a tutti, ai grandi e ai piccoli, ai dotti e agli indotti ai giusti e ai peccatori, ai sani e agli ammalati. Ma non è forse vero che spesso le nostre preghiere non ottengono grazia alcuna e ci lasciano nello stato in cui ci troviamo? Come mai? Risponde Padre Pio e ci dice che la preghiera feconda di grazie e di benedizioni non è certamente la preghiera distratta e svagata, fatta con poca o nessuna devozione, ma è la preghiera attenta e devota, umile e insistente: "Quando essa è fatta bene - commuove il cuore divino e lo invita sempre più ad esaudirci". Chiediamo dunque a Padre Pio la grazia di pregare e di saper pregare bene.

Il Settimanale di Padre Pio
a cura di Padre Stefano M. Manelli

IN CAMMINO CON PADRE PIO

L'orribile piaga del rispetto umano. il titolo e il pensiero di Padre PIO Il pensiero di Padre Pio a cura di Padre Stefano M. Manelli "Ricordalo: è più vicino a Dio il malfattore che ha vergogna di operare il male che l'uomo onesto che arrossisce di operare il bene" Padre Pio Al cospetto di Dio-ammonisce san Pio- è più deplorevole in un uomo onesto il rispetto umano, che lo fa arrossire di compiere il bene, che in un malfattore la vergogna dei suoi misfatti.
La vergogna e il dispiacere nell'offendere Dio valgono ben più del rispetto umano o della vergogna nel compiere un'azione buona. Quel che vale di più, dunque, è l'intimo del cuore, che Dio vede e di cui tiene conto nella valutazione dei nostri comportamenti.
La tristezza o la vergogna nell'operare il male rivelano una conoscenza aperta e sensibile. Al Volere di Dio che condanna il male. La tristezza o la vergogna di operare il bene, invece rivelano una coscienza indifferente a Dio e schiava delle valutazioni degli uomini senza coscienza. Quante volte per la paura di essere considerati o chiamati "bigotti"si evita di compiere un gesto di pietà religiosa, di vestirsi in un modo più serio, di usare un linguaggio più riservato. Ugualmente, per viltà, a volte si evita di intervenire a difendere la propria Fede derisa, o a correggere chi offende e oltraggia le cose sante e divine. Un penitente, una volta, si accusò da Padre Pio di non essere intervenuto a richiamare i colleghi di ufficio che bestemmiavano durante il lavoro. Padre Pio apostrofò subito: " Vigliacco! Hai la fede di un coniglio, anziché di un vero cristiano?" Magari chi opera il male lo fa per impulso e con superficialità, mentre intimamente si riconosce malfattore e si dispiace nei confronti di Dio: per questo egli ha almeno un punto di vicinanza con Dio: Chi invece si vergogna di compiere il bene o di richiamare chi opera il male evita l'interesse di Dio e si preoccupa soltanto di non dispiacere all'uomo: per questo egli si allontana da Dio più del malfattore, perché non si dispiace del maleche compie nei riguardi di Dio o della sua fede.
Padre Pio sa penetrare nell'intimo dell'uomo e vuole illuminarlo perché non inganni se tesso credendo di essere meno colpevole del malfattore quando "arroscisce di operare il bene", timoroso più del giudizio negativo degli uomini anziché del giudizio negativo di Dio. E purtroppo nella pratica della vita cristiana, questa è una piaga poco visibile ma molto purulenta e contagiosa. Quante volte ci si conforma al modo scorretto, mentre si provoca riprensione e ostilità se si agisce onestamente, operando il bene. Questo modo di ragionare è vile, dice Padre Pio, ed è molto dannoso perché " è più vicino a Dio il malfattore che ha vergogna di operare il male che l'uomo onesto che arrossisce di operare il bene".

Il Settimanale di Padre Pio 6 febbraio 2005

VOCE DI PADRE PIO

rivista.jpg (23663 byte)

testimonianze sull'attività del Gruppo di Preghiera "S. Rosario" estratte dal mensile "Voce di Padre Pio"
il gruppo si riunisce tutti i sabati del mese alle ore 18.00 (S.Messa e S.Rosario - Chiesa della Madonna della Libera - CB). 
Ogni 23 del mese ore 16.45 (ora di adorazione), ore 18.00 S.Messa celebrata dal direttore spirituale don Mercurio Simonelli


Copertina del giornale "Voce di Padre Pio" realizzata dall'architetto Brunella Pavone in onore di Padre Pio

Nella cattedrale di Campobasso, padre Marciano Morra, Segretario generale dei gruppi di Preghiera di Padre Pio, dopo aver celebrato una santa messa con don Mario Nardone e don Mercurio Simonelli, ha benedetto lo stendardo del locale Gruppo di Preghiera "S. Rosario" guidato dalla signora Brunella Pavone.

 

          estratto dal mensile "Voce di Padre Pio n.6 - giugno 2001

La signora Carmelina Leonardi di Gambatesa, in provincia di Campobasso, (prima a destra di chi guarda), dopo aver donato tutte le sue proprietà all'ospedale di Padre Pio, il 3 Aprile 2000, accompagnata dalla signora Brunella Pavone, ha consegnato nelle mani di Padre Gerardo di Flumeri una preziosa coperta di pizzo da destinare all'altare della nuova chiesa.

 

    estratto dal mensile "Voce di Padre Pio n.9 - settembre 2001








 

UNA GIORNATA DA NON DIMENTICARE

Ormai tutti conoscono la dinamica, infaticabile Brunella Pavone, stimata architetto di Campobasso, che ha rinunziato ad una prestigiosa carriera, calamitata da una nobile causa: quella di diffondere dentro e fuori regione, l'amore e la devozione per Padre Pio, il serafino del Gargano, il colosso dell'ordine francescano. In che modo? Col suo canto, con la sua musica, col suo esempio di fede sincera, che tocca davvero i cuori e li fa tornare alla speranza. Il 27 maggio scorso ha organizzato il Il Raduno dei Gruppi di preghiera di Padre Pio nel Molise, presso il santuario dell'Addolorata di Castelpetroso (IS). È una luminosa e tiepida domenica di maggio, mese tutto mariano. In mattinata arrivano i Gruppi del «S. Rosario» di Campobasso, uno di Pratola Serra (AV), uno di Guglionesi (CB), quello di Monteroduni (IS) e in ultimo alcuni rappresentanti di Venafro, Isernia, Longano, San Martino in Pensilis, Busso, Matrice, Termoli e Sessano del Molise. Sono presenti, inoltre, tantissimi altri pellegrini, fra i quali spicca un folto numero di giovani (venuti a piedi da Isernia con don Vincenzo Chiodi, parroco della cattedrale), da Napoli, Latina, Benevento, Cassino e da altri paesi viciniori molisani e campani. Conosciamo anche due coniugi scozzesi: Joe ed Emilia Bonner, i quali fanno parte del group «P. Pio Praier» in Newmains - Scotland. Il Beato sa operare degli incontri fortuiti, però significativi! Il rettore del santuario, padre Michele M. Iorio, saluta ed accoglie tutti con la sua parola illuminata e pacata. Indi, accompagna i fedeli per la pia devozione della «Via Matris», lungo le pendici della montagna santa, per illustrare e contemplare i sette dolori della Mater divina. A mezzogiorno segue la santa messa concelebrata dai sacerdoti presenti e presieduta dal vice postulatore padre Gerardo Di Flumeri. All'offertorio si porge l'omaggio floreale alla Madonna, regina della primavera celeste. Dopo il pranzo al sacco, nella sala del «Villaggio di Maria» c'è la recita del rosario meditato e l'ascolto delle testimonianze commentate da don Agostino Lauriola, parroco di Monteroduni (IS). Pur essendo giovanissimo, è un ottimo moderatore che sa condurre. Le sue espressioni profonde scavano un solco nell'anima del credente e del non credente, che vengono così spronati a riflettere. Al saluto affettuoso e fraterno di padre Gerardo, che assicura la canonizzazione del «nostro Beato» a breve scadenza (la notizia si avverte nell'aria..., ma ancora non esiste una data precisa!...), fa seguito una conferenza di padre Marciano Morra, Segretario generale dei Gruppi di preghiera di Padre Pio. Il tema è: «Con Padre Pio nel nuovo millennio, sorretti da Maria Santissima, "stella della nuova evangelizzazione"». Viene evidenziato che il «Gruppo» non è solo uno strumento atto alla recita della preghiera, ma un operatore della carità; non ha solo lo scopo di riunire i fedeli mensilmente per pregare insieme ed ascoltare la parola di Dio, ma di metterla in pratica con l'aiuto morale e materiale ai più deboli, ai «diversi», ai poveri, ai più piccoli, ai diseredati, agli sfiduciati, a chi lotta nelle tenebre e nella disperazione. Al cader del sole tutto termina con la promessa di diventare migliori, di rivederci l'anno prossimo ancor più numerosi e con un forte applauso a quanti hanno collaborato per farci godere un'indimenticabile giornata, ricca di spiritualità e di fraternità, di grazia e di «paradiso».

                                                                                                           Ida Notte


                           
estratto dal mensile "Voce di Padre Pio n.9 - settembre 2001

   

 

 

 

 

 



INAUGURATO UN BUSTO DEDICATO A PADRE CARMELO DA SESSANO DEL MOLISE

Sabato 9 giugno 2001, a Sessano del Molise (IS), è stato inaugurato un busto dedicato al Padre Carmelo Durante (23.10.1916 - 05.01.2000).
Il busto è collocato accanto alla chiesa e alla statua del Beato Padre Pio, che sorgono nell'ambito dell'opera sociale creata dallo stesso Padre Carmelo a favore delle persone anziane. Alle ore 17.00 è stata celebrata una santa Messa solenne, alla quale hanno partecipato diversi confratelli provenienti da S. Giovanni Rotondo, da Campobasso e da Isernia. La concelebrazione è stata presieduta dal parroco della cittadina molisana, mentre l'omelia è stata dettata dal vice postulatore Padre Gerardo di Flumeri. Questi, prendendo lo spunto dal Vangelo, ha illustrato la figura del Padre Carmelo ed ha parlato del suo ministero apostolico e del periodo (1953 - 1959) in cui lo stesso fu superiore di Padre Pio nel convento di S. Giovanni Rotondo. Il vice postulatore ha messo anche in rilievo la validità della testimonianza resa dal padre Carmelo davanti al Tribunale Diocesano durante il processo per la beatificazione di Padre Pio.
Dopo la santa Messa, il parroco di Sessano del Molise ha benedetto il busto di Padre Carmelo e la piazza intitolata al medesimo. Quindi nel giardino antistante la "Cittadella Mariana", sono stati pronunziati alcuni discorsi di circostanza. Hanno parlato il Sindaco del paese, il Vice Postulatore Padre Gerardo di Flumeri, il Comm. Domenico Serini, amici  del benemerito Padre e la signora Ida Durante, sorella del Padre Carmelo, che ha ringraziato le autorità e tutti i fedeli partecipanti. La simpatica cerimonia si è conclusa con alcuni canti eseguiti dalla cantautrice Brunella Pavone.

| profilo | canti | Benedetto XVI | una vita attraverso le immagini | gruppo di preghiera | photo | speciale Canada | casa sollievo | home | |appuntamenti | catechesi | linkse-mail |