LA CASA sollievo della sofferenza

Adorazione mensile a cura di Don Raffaele Bove


Il Settimanale di Padre Pio e voce di
PADRE PIO

Come ottenere ogni vittoria "La Vergine Maria sia dessa propriamente quella che vi ottenga forza e coraggio a combattere la buona pugna" (Padre Pio)

a cura di Padre Stefano M. Manelli
da Il settimanale di Padre Pio

Il segreto per vincere ogni battaglia ed ottenere ogni grazia, materiale e spirituale, risiede nella confidenza in Maria Santissima, alla quale rivolgersi attraverso la preghiera del Rosario.
Nella storia della Chiesa e dell'Europa fu celebre la battaglia navale di Lepanto (nel 1571), nella quale si fronteggiarono le armate della mezzaluna e le armate cristiane. Pur essendo superiori di forza e di numero, le armate della mezzaluna furono sconfitte, e l'occidente fu salvo dall'invasione islamica. Ma quale fu il segreto della vittoria cristiana? Fu la preghiera del Santo Rosario. Il Papa san Pio V, infatti aveva promosso la crociata del Rosario a sostegno delle armate cristiane nella battagia di Lepanto; e, dopo la grande vittoria, donò alla Chiesa la festa della Madonna del Rosario (7 ottobre) in riconoscenza alla Regina delle Vittorie che aveva portato alla vittoria i soldati cristiani, i quali affrontarono i nemici con la corona del Rosario fra le mani. In quello storico evento, apparve davvero evidente che fu la preghiera del Rosario a donare ai soldati cristiani "forza e coraggio a combattere la nuova pugna" come si esprime Padre Pio. Quando le file di persone si recavano da Padre Pio e raccomandavano a lui i dolori e i malanni, i problemi e le sofferenze di ogni genere, per essere compresi e aiutati, confortati e sostenuti nel difficile cammino della vita, il Santo non mancava di indicare nell'Eucarestia e nel Rosario la sorgente di ogni grazia e benedizione, di ogni aiuto e sostegno per tutti e per tutto. Egli era ben sicuro che la Madonna delle Grazie, presente in modo particolare nel Santuario a Lei dedicato sul Gargano, era la Mediatrice e Distributrice di tutte le Grazie. E quando qualcuno, ricevuta la grazia, andava a ringraziare Padre Pio che aveva pregato per lui, egli rispondeva: " Vai a ringraziare la Madonna!".
E' veramente difficile poter calcolare a quante famiglie, a quante coppie, a quante persone, la Madonna abbia donato, tramite San Pio, "forza e coraggio a combattere la buona pugna", permettendo loro di superare ostacoli e affrontare pericoli, risolvendo problemi anche gravissimi. Questo insegnamento di PadrePio è l'insegnamento perenne della Chiesa, che è valso, vale varrà sempre per ogni uomo di ogni tempo e di ogni luogo. Così pregava, infatti, la Chiesa dei primi secoli, ai tempi delle persecuzioni che insanguinarono la terra del sangue dei martiri: "Sotto il tuo patrocinio troviamo rifugio Santa Madre di Dio".
A proposito di "Padre Pio, mistero eucaristico", due piccoli episodi ci rivelano la passione divina di Padre Pio per la Comunione eucaristica. Una volta un suo figlio spirituale accusò in Confessione al Padre di aver fatto due volte la Comunione eucaristica nella stessa giornata per dimenticanza - a quei tempi era consentito comunicarsi soltanto una volta al giorno -. Ma il Santo gli rispose subito con un sorriso: " Beata dimenticanza!... Beata dimenticanza!...". In un'altra occasione, una figlia spirituale, in Confessione, disse a Padre Pio, con il vanto e la compiacenza di chi riteneva di fare una cosa davvero eccezionale, che stava facendo la Santa Comunione ogni giorno. Quale meraviglia quando si sentì rispondere dal Padre: "Figlia mia, se io potessi, farei dieci Comunioni al giorno!", tanto ardeva di amore per Gesù Sacramentato e dal desiderio di cibarsi delle sue Carni immacolate!

Per ben recitare il Santo Rosario

a cura di Padre Stefano M. Manelli
da Il settimanale di Padre Pio

A chi non sa su cosa meditare durante la recita del Santo Rosario, Padre Pio suggerisce di soffermarsi sulle parole dell'Ave Maria nella relazione che esse hanno con il mistero che si contempla.
Non è rara questa domanda da parte di chi recita il Santo Rosario: "Nella recita del Rosario su che cosa bisogna riflettere? Alle parole dell'Ave Maria o al mistero che viene proposto alla contemplazione?". Se è importante la domanda, ancora più importante è la risposta. Padre Pio risponde, come al solito, con la semplicità e la luminosità che spiegano senza forzature. La sua risposta è questa: nella recita del Santo Rosario anzitutto "l'attenzione deve essere posta all'Ave"; e non può essere altrimenti, perché se sto recitando l'Ave Maria è ovvio che debbo pensare alle parole che dico, le quali mi mettono a colloquio diretto con la Madonna. L'incontro e il colloquio con la Madonna, però, a Lei vedendola all'interno del mistero proposto alla contemplazione. La Madonna, infatti, "in tutti i misteri era presente", dice Padre Pio, ed è a Lei, come la vedo in quel preciso mistero proposto, che mi devo rivolgere direttamente, incontrandola, parlandole e contemplandola. Se la Madonna, per esemplificare, è presente ad Ayn-Karim, durante la visita a santa Elisabetta, recitando il secondo mistero gaudioso, è a Lei che io mi rivolgo dicendo le Ave Maria, contemplandola proprio lì, nella casa di Santa Elisabetta. E così di seguito, per tutti gli altri misteri del Santo Rosario. Se vedo la Madonna presente a Betlemme per la Nascita di Gesù (3° mistero gaudioso), o alle nozze di Cana (2° mistero luminoso), o nel Cenacolo per la Pentecoste (3° mistero glorioso), ovunque a Lei direttamente mi rivolgo recitando le Ave Maria e contemplandola in ogni singolo mistero. Preghiera vocale e mentale, orazione e meditazione, elevazione e contemplazione: tutto questo è il Santo Rosario recitato con attenzione e devozione, e in esso mi incontro e mi rivolgo direttamente alla Madonna contemplandola di mistero in mistero attraverso i suoi "gaudi", le sue "luci", i suoi "dolori", le sue "glorie". Resta sempre essenziale nel Rosario - ricordiamolo! - sia l'incontro personale, a tu per tu con la Madonna, secondo le parole dell'Ave Maria, sia l'incontro con la Madonna all'interno del mistero che si contempla, sforzandosi di parteciparvi "con l'amore e il dolore" di Lei, come Lei e con Lei, come insegna Padre Pio.

Il primo passo per essere devoti della Madonna è quello di considerarla come nostra vera Madre, donataci da Gesù sul Calvario, e come tale amarla, comportandoci in modo tale da non contristarla mai. Tale amore, però, lungi dal consistere in un vano e fatuo sentimentalismo, deve tradursi nella ricerca della conformità al Volere divino. San Pio da Pietrelcina era devotissimo della Madonna e pienamente consapevole dell'importanza della sua presenza nella vita di ogni cristiano. Per questo cercava di inculcare la devozione a Maria Santissima nelle anime che si rivolgevano a Lui. Achi, dunque, gli chiedeva di insegnargli una scorciatoia per arrivare a Dio, rispondeva senza esitazione:"La scorciatoia è la Vergine", lasciando chiaramente intendere che quella era la Via Maestra da seguire. Ad una figlia spirituale che voleva sentirsi dire una parola sulla Madonna, disse: "Devi pensare che Gesù, la fonte di acqua viva, non può arrivare a noi senza un canale: il canale è Maria. Gesù non viene a noi se non per mezzo della Vergine. Abbandoniamoci nelle mani della Madre Celeste, se vogliamo trovare benessere e pace." Egli l'amava teneramente, come testimoniano alcune espressioni con cui usava chiamarla o rivolgersi a Lei, quali "Bella mammina.. cara mammina" Epist I, p356) ed altre ancora. Questo suo ardente lo faceva bruciare dallo zelo di farla conoscere ed amare da tutti.
Quando un figlio spirituale, un giorno, si lasciò scappar:e : "Beato voi che amate tanto la Madonna!" replicò: "Vorrei poterla amare quanto merita; ma ricordati che tutti i santi e gli angeli insieme non possono degnamente amare e lodar la Madre di Dio". A tal proposito giova ricordare quanto Padre Pio scrisse a padre Agostino, suo direttore di spirito: "Vorrei avere una voce sì forte per invitare i peccatori di tutto il mondo ad amare la Madonna" Epist.I, P.277). Seguiamo, dunque, l'esempio luminoso del nostro Santo, che seppe amare ed imitare la Madonna, divenendo un vero gigante di santità, e facciamo nostra l'esortazione fatta ad uno dei suoi figli: "Abbandonati nelle braccia della Mamma Celeste. Lei penserà a custodire l'anima tua".
Ad un figlio spirituale che gli chiedeva: " Padre, ma devo essere sempre alle prese col demonio e sempre combattere?", insegnava a perseverare nella "buona battaglia", dicendo: "E non sai che dobbiamo combattere sempre? Hai capito? Sempre per tutta la vita. Capisci?". E a chi gli chiedeva una parola rispondeva: "Cammina, cammina, non ti arrestare mai nella corsa". Un'altra volta gli fu domandato: "Padre, qual è la pena più grande del vostro cuore?". " La perseveranza - disse -. Finchè si è in questo mondo si è sempre in pena!". E a chi desiderava sapere come assicurarsi la perseveranza, consigliava: "Cammina come hai sempre fatto. La perseveranza si acquista volta per volta, e bisogna chiederla al Signore". Seguiamo anche noi il prezioso e saggio consiglio di Padre Pio, chiedendo ogni giorno al Signore nelle nostre preghiere, per intercessione del nostro Santo e della Madonna, la grazia di poter perseverare nel bene fino alla morte per ottenere il premio della Vita eterna.

Il santo rosario, le grazie e la pace

di padre Felix M. Dueiias

Per quanto riguarda l’urgenza di invocare da Dio il dono della pace, il Papa, rievocando i suoi venerati predecessori, afferma: All'inizio di un Millennio, che è cominciato con le raccapriccianti scene dell'attentato dell’11 settembre 2001 e che registra ogni giorno in tante parti del mondo nuove situazioni di sangue e di violenza, riscoprire il Rosario significa immergersi nella contemplazione del mistero di Colui che «è la nostra pace» avendo fatto «dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l’inimicizia» (Ef 2,14). Non si può quindi recitare il Rosario senza sentirsi coinvolti in un preciso impegno di servizio alla pace, con una particolare attenzione alla terra di Gesù, ancora così provata, e tanto cara al cuore cristiano. Analoga urgenza di impegno e di preghiera emerge su un altro versante critico del nostro tempo, quello della famiglia, cellula della società, sempre più insidiata da forze disgregatrici a livello ideologico e pratico, che fanno temere per il futuro di questa fondamentale e irrinunciabile istituzione e, con essa, per le sorti dell’intera società (RVM n. 6). In verità, la pace comincia prima con il Signore. Ciò è possibile solo e realmente attraverso i sacramenti, strumenti per riconciliarci con Dio e per l’aumento della grazia in noi. Non è da meravigliarsi se il Papa propone i Mysteria lucis, momenti significativi della vita del Signore: 1) Il Battesimo del Signore al Giordano; 2) la sua auto-rivelazione alle nozze di Cana; 3) l’annuncio del Regno di Dio con l’invito alla conversione; 4) la sua Trasfigurazione; e 5) l’istituzione dell‘Eucaristia, espressione sacramentale del mistero pasquale. Il Vicario di Cristo ritiene questi misteri luminosi come rivelazione del Regno ormai giunto nella persona stessa di Gesù (RVM n. 21). Essi ravvivano nel cuore dei fedeli i valori insondabili dei sacramenti, prolungamento delle azioni salvifiche e redentrici di Cristo. E' proprio il Santo Rosario che efficacemente e fruttuosamente ci dispone ai sacramenti. Una maggior crescita della grazia in noi significa anche una maggior diffusione della pace nella nostra famiglia, nella società e in tutto il mondo. In questo momento, dunque, si avverte più che mai la necessità di ascoltare l’esortazione del padre Ruotolo: «Apriamo gli occhi perciò, ritorniamo a Dio e alla Chiesa, facciamo penitenza, umiliamoci innanzi al Signore, imploriamo misericordia, perché la salvezza sta solo nella vera conversione al Signore, nel ritorno alla pietà, alla preghiera, alla fede, alla sottomissione sincera e umile alla Chiesa e al Papa. Bisogna finirla con la stupida miscredenza e, diremo pure, con quegli atteggiamenti da superuomini, anche fra le anime consacrate a Dio, che ci fanno rifiutare le manifestazioni dell’amore divino; bisogna umiliarsi, vivere di fede, vivere di soprannaturale, vivere di pietà, lo ripetiamo, di pietà soda e liturgica, profonda e sincera, per ritrovare le vie della prosperità e della pace». Ebbene, facciamo nostro il desiderio del Romano Pontefice di affidare al Rosario l’itinerario di crescita dei figli, di «pregare col Rosario per i figli, e ancor più con i figli, educandoli fin dai teneri anni a questo momento giornaliero di "sosta orante" della famiglia». Ascoltiamo il Santo Padre che ci esorta scrivendo: «Carissimi fratelli e sorelle! Una preghiera così facile, e al tempo stesso così ricca, merita davvero di essere riscoperta dalla comunità cristiana. Facciamolo soprattutto in questo anno...» e la pace scenda su tutti noi per l’intercessione dell’Immacolata, Regina della Pace! 

I grani benedetti

Il reverendo padre Giovanni Amat, dell’Ordine di san Domenico, predicando la Quaresima in una parte del regno d’Aragona, si vide condotta una ragazza posseduta dal demonio; dopo averla più volte esorcizzata, ma invano, le mise il suo Rosario al collo e immediatamente essa si mise a urlare e gridare in modo spaventoso dicendo: «Levatemi, levatemi questi grani che mi tormentano». Alla fine il Padre, per compassione della povera ragazza, le levò il Rosario dal collo. La notte seguente, mentre il reverendo Padre era a letto a riposare, gli stessi demoni che possedevano questa ragazza vennero da lui, tutti schiumanti di rabbia, per impadronirsi della sua persona; ma tenendo fortemente il Rosario in mano, nonostante gli sforzi che essi fecero per portarglielo via, egli li flagellò mirabilmente bene e li cacciò dicendo: «Santa Maria, nostra Signora del Santo Rosario, aiutami!». Allorché, l’indomani, si stava recando in chiesa, egli incontrò quella povera ragazza ancora posseduta; uno dei demoni che erano in lei si mise a dire prendendolo in giro: «Ah fratello, se tu non avessi avuto il tuo Rosario ti avremmo ben sistemato». Allora il reverendo Padre gettò di nuovo il suo Rosario al collo della ragazza dicendo: «Per i santissimi nomi di Gesù e di Maria sua Santa Madre e per la virtù del Santissimo Rosario, io vi comando, spiriti maligni, di uscire subito da questo corpo»; immediatamente furono costretti ad ubbidire ed essa fu libera. Questi racconti sottolineano quale sia la forza del Santo Rosario per vincere ogni sorta di tentazioni diaboliche ed ogni sorta di peccato, perché i grani benedetti del Rosario li mettono in fuga.

(Tratto da «Il segreto ammirabile del Santo Rosario», di san Louis Marie Grignion de Montfort, Edizioni Cantagalli - Siena 1987, pp. 101-102)

Il Rosario quotidiano

di padre Michele M. Iorio, FI

E' salutare, oltre che doveroso, per ogni cristiano accogliere la richiesta della Madonna, del Papa e dei Santi di recitare il Rosario ogni giorno e anche più volte al giorno.

E' desiderio del Sommo Pontefice Giovanni Paolo Il che la preghiera del Rosario sia recitata da tutti ogni giorno, così come quotidianamente si prende il nutrimento del pane e dell'acqua, e come quotidianamente si vorrebbe ricorrere alla mamma per il proprio conforto esistenziale. D’altra parte, come si può notare, il Rosario è quasi fatto per essere quotidiano; ha questa valenza, per così dire, nella sua medesima costituzione. La stessa divisione dei misteri in Gaudiosi, Dolorosi e Gloriosi, a cui adesso Giovanni Paolo II ha aggiunto i misteri Luminosi, invita alla recita quotidiana, essendo stati assegnati dei giorni specifici per ogni serie di misteri: i Gaudiosi al lunedì e sabato, i Luminosi al giovedì, i Dolorosi al martedì e venerdì, i Gloriosi al mercoledì e domenica. Ogni giorno si è abituati a fare ciò che è assolutamente necessario a vivere o sopravvivere; se lo si trascurasse, si rischierebbero l’agonia e la morte. Orbene, spiritualmente parlando, nessuno può mettere in dubbio che la preghiera rientri in queste necessità assolute. Ma è anche vero che il Rosario è una formula di preghiera tanto facile, completa e sicura che ometterla vorrebbe dire lasciare il certo per l’incerto. Si peccherebbe di imprudenza e di temerarietà! Ecco perché i veri cattolici dicono ogni giorno il Santo Rosario: è diventato per essi come un bisogno del cuore. D’altronde, se il Rosario viene recitato solo di tanto in tanto non sprigiona tutta la sua efficacia trasformante e santificante. Ogni giorno il cristiano ha bisogno di fare un po’ di preghiera vocale, di preghiera mentale e di preghiera contemplativa; ogni giorno ha bisogno di rivolgersi a Maria, di rimettersi sui passi di Gesù. Ogni giorno ha il dovere di intercedere per le necessità della Chiesa e del mondo intero. Tutto questo e altro ancora lo può realizzare proprio attraverso la recita quotidiana del Santo Rosario. Come una goccia d’acqua che cade e ricade sempre allo stesso posto, anche su una lastra di pietra, alla fine scava il buco, così il Rosario giornaliero può scavare nel nostro cuore, anche se fosse di roccia, il buco profondo dell’amore divino. A questo punto, però, ancora non si è arrivati al massimo, poiché il Papa e i Santi (specie il nostro Padre Pio da Pietrelcina) oserebbero chiederci qualcosa in più: ossia recitare ogni giorno il Rosario intero, (adesso formato da quattro corone con 20 misteri e 200 Ave Maria). O, addirittura, oserebbero chiedere di recitarlo anche più volte al giorno, a seconda delle disposizioni e delle circostanze, in una serie quasi ininterrotta di Ave Maria. Allora veramente questa preghiera diventerebbe una «catena dolce che ci rannoda a Dio» (come dice il beato Bartolo Longo nella celebre Supplica), e ogni Ave Maria e mistero e corona sarebbero un altro anello che allunga e rafforza sempre più la stessa catena. Certo, se si giungesse a questo traguardo (tutto il Rosario più volte al giorno), allora la preghiera diventerebbe quasi continua, come il battito del cuore o come il respiro, che non si fermano mai. Con tutti i vantaggi facilmente immaginabili! Si resterebbe sempre immersi in un’atmosfera soprannaturale e si supplicherebbe giorno e notte il Padre Celeste che sa dare cose buone ai suoi figli. Durante le 24 ore della giornata si snocciolerebbero in sequenza i 20 principali misteri di Gesù e di Maria, i misteri della nostra fede, i misteri della nostra vita di qua e dell’eternità che ci aspetta. Sarebbe come un attizzare spesso e volentieri il fuoco dell’amore, affinché non solo non si spenga, ma divampi sempre di più. In tal modo, nel Rosario si potrebbe trovare quasi tutto ciò di cui l’anima ha bisogno. Non bisogna dimenticare che tale ciclo quasi continuo di Rosari (a cui si vuole esortare sulla base della Lettera del Papa) è facilitato dalla grande adattabilità propria di questa preghiera. Molti (anche il Papa) hanno la bella abitudine di portare, di giorno e di notte, la corona attorcigliata al polso o alla mano, sia per sentire quasi fisicamente il legame costante con la preghiera e con la Vergine Madre, sia per avere subito a disposizione quest’arma (come la chiamava Padre Pio) così preziosa nei combattimenti spirituali. Forse costoro vogliono inavvertitamente imitare la stessa Vergine Santa che a Lourdes e in altre apparizioni (e così viene rappresentata in tante statue) si fece vedere con la corona attorno alle mani. Altri fedeli amano portare la corona appesa al collo a preferenza di catenine, collane e gioielli - evidentemente per gli stessi motivi di cui sopra. Ma per contare le Ave Maria esistono anche delle «coroncine» di dieci Ave Maria, che si infilano al dito o nel palmo della mano, particolarmente adatte quando si guida o si lavora. Oppure, se le mani devono essere completamente libere, qualcuno ha inventato lo stratagemma di contare vocalmente così: una Ave Maria..., due Ave Maria..., tre Ave Maria... Per concludere, si possono paragonare i cinque misteri di cui è composta ogni corona ai cinque sassi che il pastorello Davide mise nella bisaccia per andare incontro al gigante Golia, da lui atterrato e ucciso. Si è infatti tutti in lotta contro un nemico ben più terribile. Non tralasciamo, dunque, di avere sempre a portata di mano questi cinque misteri del Rosario per prenderli e scagliarli contro satana fino a riportarne completa vittoria.

Il cuore Immacolato e Padre Pio

Padre Pio mise in pratica in maniera ammirabile il messaggio di Fatima, divenendo uomo tutto preghiera e penitenza.

E' noto l’amore e l’affetto con cui Padre Pio circondava la Madonna che veniva da Lei contraccambiato con innumerevoli estasi. Ma è forse meno conosciuto il fatto che, fra tutti i titoli con cui la Vergine viene venerata, Padre Pio prediligeva quello di «Nostra Signora di Fatima», al cui Cuore Immacolato si rivolgeva costantemente. Ma vi è una straordinaria assonanza di intenti che legava Padre Pio alla Madonna di Fatima: lo «stimmatizzato del Gargano» ha vissuto in modo radicale il messaggio di salvezza di Fatima che invita alla preghiera, alla penitenza e alla conversione per allontanare le anime dal peccato e avvicinarle alla grazia di Dio. La Madonna, quando apparve ai tre pastorelli a Fatima nel 1917 come Madonna del Rosario, chiese la preghiera, in particolare la recita quotidiana del Santo Rosario, e la penitenza per la conversione dei poveri peccatori e per il trionfo del suo Cuore Immacolato. Padre Pio ha messo in pratica e predicato agli altri questo messaggio e, per tutta la sua vita, egli fece del Rosario la sua preghiera incessante e instancabile, arrivando a recitare oltre cento corone quotidiane. Ad una persona che gli chiese quanti Rosari recitasse, Padre Pio così rispose: «Quando ho recitato le mie centottanta corone, mi riposo». E quando questi gli chiese come facesse a recitarne tante, Padre Pio replicò come facesse lui a non recitarle. Egli recitava con fervore il Rosario giorno e notte, da solo e in compagnia: era sempre con la corona del Rosario in mano, perché la Madonna a Fatima lo aveva ripetutamente chiesto ai tre pastorelli. Ella aveva implorato di pregare, di recitare il Rosario ogni giorno per le innumerevoli necessità del mondo, per la fine della guerra, per la conversione soprattutto della Russia e per qualunque necessità. Il segreto rivelato dalla Madonna di Fatima per la soluzione dei grandi problemi mondiali, come dei piccoli problemi quotidiani, è legato innanzitutto alla fedele recita delle «Ave Maria» e non all’utilizzo di altri mezzi. Solo il Santo Rosario è l’arma potente per vincere ogni battaglia e per sbaragliare il nemico infernale. E' la preghiera che fa tremare l’Inferno, come hanno rivelato alcuni indemoniati durante gli esorcismi. Infiniti sono gli esempi che Padre Pio ci ha lasciato sulla recita del Rosario: «Se la Vergine Santa l’ha sempre caldamente raccomandato dovunque è apparsa - disse un giorno - non ti pare ci debba essere un motivo speciale?». Era tale lo zelo che animava Padre Pio nella recita di questa preghiera prediletta dalla Madonna che le ventiquattr' ore non gli erano sufficienti, perché diceva con vivo desiderio: «Vorrei che le giornate fossero di quarantotto ore per poter raddoppiare i Rosari». Padre Pio realizzò nella sua vita - in modo eccelso e nelle sue più diverse sfumature - oltre alla preghiera anche l’altra raccomandazione che la Vergine di Fatima rivolse ai tre pastorelli, quella di fare penitenza. Nell’apparizione del 13 maggio, la Madonna chiese infatti ai pastorelli, Lucia, Francesco e Giacinta, un atto eroico: «Volete offrirvi al Signore, pronti a fare sacrifici ed accettare volentieri tutte le pene che Egli vorrà mandarvi in riparazione di tanti peccati con cui si offende la divina Maestà, per ottenere la conversione dei peccatori e in ammenda onorevole delle bestemmie e di tutte le offese fatte all’Immacolato Cuore di Maria?». Se pensiamo alle sofferenze patite e accettate con amore da Padre Pio, se consideriamo le sue stimmate, le persecuzioni, i sospetti, le calunnie, le inquisizioni, le sue aspre penitenze offerte con generosità per la conversione dei peccatori, che otteneva soprattutto mediante la Confessione e la direzione spirituale, ci rendiamo ben conto che Padre Pio ha imitato a perfezione la Madonna nella virtù della sofferenza, ponendo in Lei tutte le sue speranze. "Cerchiamo e sforziamoci di imitare questa Madre, ma in modo speciale nella virtù del soffrire - ebbe a dire Padre Pio -. Imitiamola ai pie della Croce, addolorata nel contemplare il suo Figlio "moriente". Del resto, o vogliamo o non vogliamo, la sofferenza è per tutti [...]. La Madonna ci assisterà". Ma il vertice del sacrificio e dell'immolazione, Padre Pio lo raggiunse nella celebrazione della Santa Messa, in cui egli era vittima insieme a Cristo in quanto sull'altare partecipava realmente alla crocifissione di Gesù. Padre Pio svelava nella sua Santa Messa, con i lineamenti dolorosi del suo volto, il mistero di amore e di sacrificio dell'Uomo-Dio incarnatosi e morto per la salvezza dell'umanità, versando il proprio sangue e le proprie lacrime. Padre Pio visse in pienezza il messaggio di salvezza di Fatima e la Madonna lo volle ricompensare della sua generosità e dedizione visitandolo il 6 agosto 1959 a San Giovanni Rotondo, quand’egli era gravemente ammalato, in pericolo di vita. Infatti nel 1959, la statua della Madonna pellegrina di Fatima visitò per un misterioso fuori programma, oltre alle cento città del nostro Paese allo scopo di preparare i fedeli alla Consacrazione dell'Italia al Cuore Immacolato di Maria fissata per il 13 settembre di quell'anno, anche il convento di Padre Pio. E lo stesso Padre Pio dirà: "Una grazia particolare, non concessa a tutti, ma a pochissimi, ma questi pochissimi siamo proprio noi i fortunati". E proprio nel momento in cui la Madonna pellegrina di Fatima ripartiva in elicottero, Padre Pio si rivolse a Lei con le lacrime agli occhi, e profondamente commosso le chiese la grazia di poter continuare, dopo quattro mesi di forzata inattività, a dedicarsi alla salvezza delle anime con la Confessione e la direzione spirituale. «Madonna mia, - le disse con confidenza filiale - , ei entrata in Italia che già ero molto ammalato; ora te ne vai e mi lasci così... ancora ammalato». La Madonna di Fatima ascoltò ed esaudì le ardenti preghiere del suo figlio prediletto e guarì Padre Pio all’istante, miracolosamente, tanto che il giorno successivo poteva ritornare a celebrare, come di consueto, la Santa Messa. Il valore della sofferenza Padre Pio l’aveva spiegato ai fedeli nella novena in preparazione all’arrivo della Madonna pellegrina: il migliore modo di accoglierla era l’amore, che però, come aveva detto un’altra volta nel linguaggio nostro sulla terra è sinonimo di «amaro». Quindi per bene accogliere la Madonna - diceva Padre Pio - è necessario soffrire e soffrire con amore per amore di questa Mamma.

Racconti tratti dal libro: "Il sorriso di Padre Pio"

"FIGLIO MIO... "

Mia madre mi portava dal Padre Pio sin da quando ero bambino, e mi diceva sempre che, da quando mi aveva posto sotto la sua protezione, ero stato aiutato miracolosamente in almeno cinque o sei occasioni. La cosa non mi aveva mai convinto. Ma un giorno, scendendo lungo il viale dei Cappuccini di S. Giovanni Rotondo per recarmi a prendere l’autobus per Foggia, una macchina mi prese in pieno, alle spalle, e mi buttò in aria. Volando sul tetto della macchina, mi resi conto di quanto stava accadendo quando vidi capovolta la Madonnina posta sulla chiesa nuova. Riuscii solo a gridare: "Madonnina mia aiutami!" Mi accompagnarono all’ospedale "Casa Sollievo" e dai primi accertamenti risultò che tutto stava a posto; ma non riuscivo a spiegarmi tutto quel sangue sulla camicia sbrindellata che mia madre conserva tra le sue cose care. Senza badare a quanti mi dicevano di ricoverarmi per ulteriori accertamenti, mi avviai di corsa verso il convento. Non so come ebbi a trovare le porte aperte: Mi buttai in ginocchio dinanzi al Padre che stava in preghiera nel coro e: "Grazie, Padre, grazie!" gli dissi piangendo. "Non ringraziare me — rispose —, ringrazia la Madonna: è stata Lei..... E subito dopo, con gli occhi pieni di un sorriso e di un amore immenso: Figlio mio, non ti posso lasciare un minuto solo....."

Avv. Elio Leonardi - Roma

"...E POI?"

Mia moglie attende il suo turno di confessione. Atterrita dal vocione del Padre che accompagna 1’accusa dei penitenti con il ben noto "...e poi?", prega mentalmente perché non le si rivolga con quel tono. Giunto il suo turno si inginocchia tremando, ma il Padre le parla con tanta dolcezza, sottovoce; solo alla fine azzarda un appena sussurrato "... e poi?". A sera, rientrando dopo la benedizione, il Padre mi vede nel salone, si ferma e:      " Dimmi un po’..., ma tua moglie cosa temeva oggi, che la mangiassi? ".

dott. Remo Vincenti - Alviano (Terni)

CALVO

Mi cadevano inesorabilmente i capelli e sinceramente mi dispiaceva rimanere prima o dopo calvo. Mi ero rivolto a Padre Pio per cose di minore importanza, e quella volta non esitai a chiedergli: "Padre fate che non mi cadono i capelli". Il Padre scendeva in quel momento i due o tre gradini del matroneo ed io ero sul pianerottolo, in cima alle scale. Era raccolto come di consueto e un po’ dolorante per lo sforzo di scendere. Lo guardavo, aspettando la risposta tutto compunto e ansioso. Quando mi fu vicino cambiò sembiante; con una occhiata espressiva e ammiccando a qualcuno, alle mie spalle, disse sorridendo: "Raccomandati a lui!" Mi voltai. Dietro a me c’era un Sacerdote completamente calvo, con una testa così lucida che sembrava uno specchio. Ci mettemmo tutti a ridere. E mentre il Padre si allontanava esclamai: "me l’ha fatta!" Ma rimasi più contento di quella battuta che se mi fosse spuntato all’improvviso un ciuffo di capelli.

D. Giuseppe De Sanctis -  Amelia (Temi)

"LO CREDONO LORO..."

Sono celebri gli scatti, le risposte burbere e quasi sgarbate del Padre; immediatamente, dopo lo scatto, tornava calmo, sereno, come se nulla fosse accaduto. Una volta, in cima alle scale del vecchio convento il Padre fu fermato da un uomo che, con bellissime parole, cercava di sollecitare la sua santità (?) a concedergli quanto egli chiedeva. A questa inopportuna insistenza il Padre montò su tutte le furie e riprese in modo quasi violento quel devoto troppo audace. Subito dopo ci inoltrammo nel corridoio e chiudemmo la porta. Rimasti soli, mentre lo tenevo sotto braccio, gli dissi: "Padre, s’è inquietato abbastanza questa mattina!". E lui prontissimo e calmissimo: "Chi? io?" e aggiunse: "Se lo credono, loro!..."

P. Eusebio da Castelpetroso - "La Casa Sollievo della Sofferenza"

"AL CIEL..."

Al Padre piaceva sentirmi cantare. Una sera, dopo la funzione, intonai Andrò a vederla un dì... e, giunto al ritornello: "al ciel, al ciel, al ciel.. " venne fuori una piccola stecca, non notata dai più. Quando andammo parlare nella saletta, il Padre, guardandomi, con espessione arguta disse: "Il nostro Carletto quando si tratta di andare al cielo, fa qualche sforzo.."

da Carlo Campanini - f. Pio

"BEH, M’E’ USCITO..."

Era morto da poco Papa Giovanni, e i cardinali erano riuniti in Conclaire per l’elezione del successore. Io ero ansioso di sapere in anticipo chi sarebbe stato l’eletto, e pertanto tormentavo continuamente il Padre. Un giorno, nell’uscire dal refettorio, gli rifeci la stessa domanda alla presenza di un altro confratello. Allora il Padre, con estrema sicurezza, esclamò: "Ma sarà Montini!" ed aggiunse: "Beh, m’è uscito, mo..."

P. Eusebio da Castelpetroso - "La Casa Sollievo della Sofferenza"

"MEDICI E MEDICINE"

Intervento riuscito.

Fui invitato da uno dei professori ad andare ad assistere ad un’operazione chirurgica. Accettai: si trattava di una banale appendicite. L’intervento, cominciato benissimo, si complicò; il dottore era molto preoccupato. Nel mio interno Cominciai ad invocare il Padre, perché fosse intervenuto lui: niente! La mia invocazione divenne, allora, insistente e quasi risentita. Immediatamente dopo vidi che il dottore tirò un sospiro di sollievo: l’operazione era riuscita. Mi affrettai a tornare in convento dove il Padre mi aspettava. Quando gli fui vicino gli dissi: "Grazie Padre". E lui, guardandomi in faccia e sorridendo: "Per forza: mi hai stonato!"

P.Eusebio da Castelpetroso - "La Casa Sollievo della Sofferenza"

"Il consulto"

E’ meglio un topo tra due gatti che un malato tra due medici.

udita dal prof. Bruno Pavone

"Va bene, dottore?"

Accompagnato dal dott. Sanguinetti riuscii ad avvicinare Padre Pio nella sua cella. Una brevissima Presentazione e:"Svizzero, tu hai portato il farmaco che abbisogna a padre Agostino, il vecchio padre Guardiano che sta male!" Mi sentii rabbrividire. Il medico mi aveva ordinato, pochi giorni prima della mia partenza per S. Giovanni Rotondo, della Terramicina da 250 mmg., allora difficile a trovarsi e costosissima. I miei parenti me l’avevano procurata, ma non volli prenderla proponendomi di regalarla alla Clinica di Padre Pio. Non avevo parlato a nessuno del farmaco. Il dott. Sanguinetti mi disse: "Avrei bisogno della terramicina di dose forte, la 250 mmg". Il Padre, prendendo dalla mia mano il tubetto, lo porse a Sanguinetti, dicendo in tono quasi canzonatorio: "Va bene, dottore?". Il medico annuì: pur essendo abituato ai metodi del Padre, questa volta pure lui era rimasto colpito. Si alzò, chiese venia, e si recò al capezzale di P. Agostino. Tornato, si rivolse a me: "P. Agostino la ringrazia". Immediatamente il Padre rimbeccò, tra il faceto e il burlesco: "Ma guarda cosa devo sentire, ma come... ma sono io che ho fatto portare dalla Svizzera quel farmaco; padre Agostino ringrazi me!". Poi con un largo sorriso, continuò nella sua amichevole chiacchierata. 

Gilio Von Riva - "La Casa Sollievo della Sofferenza" 

"Il miracolo"

Mentre si conversava con lui giunse un giovane che gli prese la mano, gliela baciò, e disse: "Grazie Padre, per quello che avete fatto per me. E' stato un miracolo...". Il viso del Padre si illuminò del solito bonario sorriso e con tono faceto mentre gli faceva segno di alzarsi, disse: "Tu sei come quella mamma che aveva il figliuolo con gli occhi malati. Lo sottopose alle cure di un giovane oculista, il quale con grande impegno riuscì a guarirlo. Il medico si aspettava il compenso e la gratitudine, ma quella donna non si faceva più vedere. Gli si presenta un bel giorno con una busta come quella che una volta si usava in chiesa per la questua. Il professionista non capiva. La donna si accorse dell'imbarazzo del medico e disse: "Dottore, sono venuta per raccogliere l'offerta a S. Antonio... Il miracolo è passato per le vostre mani...". Ridemmo tutti di cuore, e Padre Pio con noi. Ma il giovane, dopo una breve pausa, riconfermò: "Ma a me voi avete fatto veramente il miracolo...". E il Padre: "Figlio mio, i miracoli sono solo opera di nostro Signore!".

Francesco Cortellessa  - "L' amico del Terziario" 

"Nemmeno io"

Mi sentivo molto male e avevo l'impressione che le medicine mi facessero più male che bene. Andai a trovare il Padre, ma non riuscivo a parlargli; potetti solo vederlo passare per la sacrestia vecchia, mentre rientrava dalle confessioni. Non sapendo come fare, gli gridai tra il brusio generale: "Padre, le medicine non le prendo più!". Lui continuava a camminare, come se non mi avesse udita. Dopo qualche passo si fermò, si girò verso di me e, con una espressione tra il terrorizzato e il sorridente, rispose: "Nemmeno io, nemmeno io...". Da allora non prendo più medicine.

Maria Pompa  - "L' aquila" 

"..se le facesse lui!"

Nel 1939 ero dolorante per un fastidioso male al ginocchio sinistro, che era gonfio come un pallone. Il medico mi aveva ordinato una lunga cura, ma, prima di iniziarla, decisi improvvisamente di andare da Padre Pio di cui avevo sentito parlare. Mi confessai da lui, gli raccontai della mia vita, del mio male e dell’ispirazione che avevo avuto ad andare da lui prima di iniziare la cura. Lo stesso giorno, prima di ripartire, mi accorsi improvvisamente che il ginocchio si era sgonfiato, e non mi dava più fastidio. Pieno di gioia corsi dal Padre, nella sacrestia vecchia, per ringraziarlo: "Non ringraziare me, ma il Signore. E quelle iniezioni - aggiunse sorridendo - dì al medico che se le facesse -lui.."

Goffredo Gentile - Giulianova (TE)

LA MADONNA.

"Eh, a’ voglia ..."

Un’altra sera, stavamo soli nella celletta, lui ed io. Sotto la sua finestra della gente cantava una canzoncina alla Madonna, il cui ritornello diceva: "Bella tu sei qual sole, bianca come la luna..." A queste parole il Padre ebbe uno scatto: "Eh, se fosse così, rinunzierei ad andare in Paradiso!" Io, colpito da quella affermazione, replicai: "Ma Padre, che c’è di più bello del sole e della luna?" E lui, con un gesto di commiserazione per me, soggiunse in dialetto. "Eh, a’ voglia!" La sua risposta fu un lungo sorriso di cielo, più eloquente di qualsiasi parola.

P. Eusebio da Castelpetroso - "La Casa Sollievo della Sofferenza"

"Tu non l’hai vista?"

Quando si trovava nel convento di Sant’Anna, a Foggia, Padre Pio, andava ogni mattina a Visitare la prodigiosa immagine della Madonna dei Sette Veli, al Duomo. Una volta si accompagnò a lui P. Agostino, al quale, avendolo visto quasi estatico nella preghiera, venne spontaneo chiedergli: "Ma che, hai visto la Madonna?" "Perché - ribatté il giovane Padre con una ingenuità sconcertante - tu non l’hai vista?"

udita da P. Mariano da  S. Croce di Magliano

"Il processo alla Madonna"

Padre Pio si era ammalato quando la Madonna di Fatima aveva iniziato il suo pellegrinaggio d’amore in Italia. Quando Ella, prima di riprendere il volo per il Portogallo, fece nell’elicottero tre giri sul con vento, Padre Pio, che si era fatto accompagnare febbricitante alla finestra, lo salutò dicendo: "...come, ...te ne vai e mi lasci così?". Sentì allora un forte fremito, cominciò a star meglio e dopo qualche giorno tornò a celebrare. Ogni volta che iniziava il racconto di quel delicato episodio per la commozione scoppiava in singhiozzi e versava lacrime di dolcissima riconoscenza alla Madonna buona che gli aveva lasciato quel concreto segno di amore. Gli riferirono che in ambienti qualificati, anche ecclesiastici, si smentiva il miracolo. Dapprima restò stupito e amareggiato, e poi: "Non ci vogliono credere, al miracolo? E che facciano il processo alla Madonna..."

udita da P. Mariano da  S. Croce di Magliano

"Il testamento"

Negli ultimi tempi gli fu chiesto: "Padre, cosa ci lascia in dono?" "Vi lascio la Madonna: amatela e fatela amare. E recitate il Rosario, recitatene più che potete".

"La Casa Sollievo della Sofferenza"

"Buon viaggio, padre..."

Un amico di Roma, degnissimo di fede, mi assicurava di aver visto il Padre a casa sua, in un momento di estrema amarezza. Per averne conferma da Padre Pio stesso, una sera, a bruciapelo, gli chiese: "Padre, lei conosce la casa di quel suo figlio spirituale di Roma?" "Io? e come è possibile, se non esco dal convento da tanti anni? A Roma, poi, ci manco da quando accompagnai mia sorella a farsi monaca" Ed io: "Padre, eppure quel tizio insiste che lei è stato a casa sua: lui l’ha visto". A questo punto, il Padre non poté più eludere la mia domanda e si vide costretto a rispondere a quello che io chiedevo: "Oh, ma questa - disse - è un’altra faccenda: quando avvengono queste cose (alludeva chiaramente alla bilocazione), il Signore permette che si veda solo la persona interessata e quanto la riguarda in quel momento: non il resto! Diversamente, quanti miracoli dovrebbe fare il Signore?". Da allora, la sera, nel metterlo a letto, gli dicevo: "Buon viaggio, Padre!". E lui sorridendo tranquillo: "Grazie!".

P. Eusebio da Castelpetroso "La Casa Sollievo della Sofferenza"

"L’aereo personale"

Era la festa della Madonna della Libera. Egli chiese: "Padre, quando ce la facciamo una camminata a Pietrelcina?". "Ma io ritorno proprio in questo momento..". "E già, Padre, voi avete l’aereo personale...".

udita da P. Mariano da S. Croce di Magliano

"Uno, due, tre"

Avevo deciso di smettere di fumare e di offrire questo piccolo sacrificio al Padre. Cominciando dal primo giorno, ogni sera, col pacchetto di sigarette intatto in mano, mi fermavo dinanzi alla sua immagine e gli dicevo:"Padre, è uno!..."; al secondo giorno: "Padre, sono due!...". Dopo quasi tre mesi - tutte le sere la stessa cerimonia - andai a trovarlo: "Padre - gli gridai appena lo vidi - sono 81 giorni!". "Ma se me li hai fatti contare tutte le sere!..", mi rispose sorridendo.

dott. Remo Vincenti - Alviano (Terni)

"La benedizione grande"

Attendevo da tre settimane per la confessione. Ormai avevo deciso di partire nel pomeriggio con l’ultimo diretto. Mi dispiaceva partire, ma gli impegni di famiglia mi obbligavano. Mentre stavo in albergo, mi ricordai che alle tredici circa il Padre dava la benedizione alla gente radunata sul prato sotto la sua cella. Corsi verso il convento, ma giunto all’altezza della XIII stazione della Via Crucis, incontrai gente che, a gruppetti, se ne ritornava, segno che il Padre aveva già dato la benedizione e si era ritirato. Ne provai dolore, ma coraggiosamente ripresi la corsa e in cuor mio dicevo: "Io voglio una benedizione grande, grande, tutta per me. Padre, la voglio!". Arrivai nel prato, dove una ventina di donne sta vano terminando il Rosario. Mi confermarono che era inutile aspettare, perché il Padre si era ritirato da parecchio tempo, ma io continuavo a dire dentro di me, forse l’avrò detto anche ad alta voce: "Padre devo partire datemi un saluto grande, grande, tutto per me, poiché queste altre persone le avete già benedette". Rimasi in attesa forse una decina di minuti, quando all’improvviso la finestra della cella del caro Padre si apre e lui si affaccia benedicendo prima e poi sventolando un... lenzuolo. Tutti i presenti si misero a ridere e una donna disse persino: "Guardate, il Padre è diventato matto". Ma io che sapevo di averlo tanto pregato per un saluto grande, grande, solo per me, ero tutta in lacrime per la commozione: un saluto più grande di così!

Teresita de Vecchi - Arongo (Svizzera)

"Stimmate"

Il prof. Bignami di Roma si sforzò di spiegare scientificamente l’origine e, malgrado l’ottima impressione che ebbe del frate e la convinzione del suo perfetto equilibrio mentale, volle, in omaggio alla scienza, applicare alle ferite un preparato che avrebbe dovuto rimarginarle rapidamente; e vi appose un sigillo per impedire qualsiasi manomissione. Ma tolto il sigillo vide che le ferite erano rimaste inalterate e continuavano a stillare sangue fresco e profumato come prima. Non riusciva a convincersi della inspiegabilità del fenomeno, e una volta ebbe a chiedergli: "Padre, Padre, perché queste lesioni le sono venute qui (e additava mani e piedi) e non in altre parti del corpo?" "Dica piuttosto lei, che è un uomo di scienza - ribatté il cappuccino - perché avrebbero dovuto venire in altro luogo e non qui?"

Piera Delfina Sessa - "Padre Pio", Fides, Genova, 1956.


Quando, anni fa, un prelato molto compito e molto mondano gli chiese, in ginocchio, se le stigmate lo facevano "davvero" soffrire, mettendo nella domanda una punta di malizia, lui rispose: "E che vuoi, tu? Credi forse che Nostro Signore certe cose le mandi pe’ giocacce a palletta?".

Silvio Bertoldi - "Oggi", Milano, n. 40, 1968


Ad un altro che gli rivolgeva la stessa domanda:

"No, non mi fanno soffrire. Il Signore me le ha date per decorazione".


 Io, una volta, ho avuto la sfacciataggine di domandare a Padre Pio: "Ma Padre, san Francesco quando ha avuto le stimmate, e tutti quei santi che sono stati stimmatizzati, hanno sentito il dolore della crocifissione proprio in quel momento che sono stati forati i piedi, mani e costato?" "E sì che l’hanno sentito!" ha detto lui. "Ma poi, dopo finito, non hanno sentito più niente?" "E si, perché il Signore ce le dona per guarnizione! - Quanto sei sciocco. E’ una continua passione, una continua sofferenza."

Pietro Cugino, "Pietruccio" - La Casa Sollievo della Sofferenza


Gli riferirono che un celebre professore di Firenze sosteneva la tesi che le stigmate gli erano venute per autosuggestione, per il continuo meditare sulla Passione di Cristo e per il desiderio di immedesimarsi in lui. "Dite a costui che pensasse intensamente di essere un bue - rispose il Padre - e vedremo se gli spunteranno le corna..."

da Carlo Campanini - f. Pio

"Gratitudine"

Ero andata a S. Giovanni per confessarmi e per ringraziare il Padre di una grande grazia ricevuta. Dopo la confessione, lo ringraziai; ma lui non mi rispose. Lo ringraziai ancora, e, poiché non dava segni di risposta, non insistetti, pensando che fosse un pò sordo. Mi allontanai dal confessionale con l’amarezza di non avergli potuto manifestare la mia riconoscenza. Andai ad attendere in portineria, insieme ad altre donne, il passaggio del Padre che, attraverso la sacrestia vecchia, rientrava in convento. Quando mi passò vicino, riuscii a prendergli la mano e a stringerla forte senza riuscire a dire nulla per l’emozione. Sorridendomi ritirò la mano e: "Piano, che mi fai male... di buono io ho soltanto le orecchie!"

"Vigliacco!"

Uno dei suoi figli spirituali, residente a Roma, passando davanti ad una chiesa, ebbe vergogna di togliersi il cappello secondo la sua abitudine, perché era in compagnia di altre persone. Subito sussultò. Una voce ben conosciuta gli gridò all’orecchio: "Vigliacco!" Come un cane frustato egli s’affrettò a prendere il treno per S. Giovanni Rotondo. Padre Pio appena lo vide aggrottò le ciglia. "Attenzione, gli disse: questa volta hai avuto solo una sgridata; la prossima avrai un grosso scapaccione!"

M. Winoska "Il vero volto di Padre Pio"

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